Friedrich Nietzsche – Così Parlo Zarathustra – Adelphi 1979

40,00 

Editore: Adelphi
Formato: Copertina rigida con doppia sovracopertina in acetato e in carta
Anno edizione: 1979
Condizioni: Alcuni piccoli strappi alla sovracopertina in carta, alcune piccole macchia al taglio superiore, lievi fioriture ai fogli di guardia, pagine ancora da tagliare, per il resto ottimo stato
Pagine: 521

Traduzione di Mazzino Montinari

Sull’origine di questo libro Nietzsche scrive in Ecce homo: «Racconto ora la storia di Zarathustra. La concezione fondamentale dell’opera, il pensiero dell’eterno ritorno, la più alta formula di affermazione che mai possa essere raggiunta – appartiene all’agosto dell’anno 1881; questo è annotato su di un foglio, in fondo al quale c’è scritto: “6000 piedi al di là dell’uomo e del tempo”. Camminavo in quel giorno lungo il lago di Silvaplana attraverso i boschi; presso una possente roccia che si levava in figura di piramide, vicino a Surlei, mi arrestai. Ed ecco giunse a me quel pensiero». L’intuizione folgorante si traduce però lentamente e gradualmente in forma di libro: le quattro parti di Così parlò Zarathustra riflettono altrettanti momenti di ispirazione «ditirambica» e sono, secondo l’espressione di Nietzsche, altrettante «opere di dieci giorni». La prima parte fu scritta all’inizio del 1883 a Rapallo e portata a termine nel giorno stesso della morte di Richard Wagner, il 13 febbraio; la seconda parte nel luglio dello stesso anno a Sils-Maria; la terza parte a Nizza nell’inverno 1883-1884; la quarta parte infine fu compiuta all’inizio del 1885, ancora a Nizza.
Il sottotitolo: «Un libro per tutti e per nessuno» è enigmatico. In realtà Nietzsche, nonostante che l’opera si presenti esteriormente in forma letteraria e poetica, ha voluto fornire uno scritto filosofico, dove tuttavia si attua una riforma nell’esposizione della filosofia capace di assicurarle una più larga accessibilità. Così parlò Zarathustra è un serio tentativo, obiettivamente riuscito, di portare la filosofia su un piano essoterico, strappandola al tecnicismo e all’isolamento di cerchie senza risonanza.
Questo tentativo di forzare la comunicazione di pensieri solitari e inaccessibili corre tuttavia il pericolo di ribaltarsi in un linguaggio mistico, rispetto a cui tutti gli accessi risultino preclusi. Tale possibilità costituisce la «tonalità minore» di Così parlò Zarathustra e giustifica la sua designazione come «un libro per nessuno».
In una lettera del 1884 Nietzsche scrive: «Chissà quante generazioni dovranno trascorrere per produrre alcune persone che riescano a sentire dentro di sé ciò che io ho fatto! E anche allora mi terrorizza il pensiero di tutti coloro che, ingiustificatamente e del tutto impropriamente, si richiameranno alla mia autorità. Ma questo è il tormento di ogni grande maestro dell’umanità: egli sa che, in date circostanze del tutto accidentali, può diventare con la stessa facilità una sventura o una benedizione per l’umanità. Quanto a me, voglio fare di tutto almeno per non offrire il destro a equivoci troppo grossolani; e, ora che mi sono costruito questo vestibolo della mia filosofia, devo di nuovo mettermi al lavoro e non stancarmi, finché l’edificio principale non stia pronto davanti a me».

 

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